… pensieri fra il 24 e il 25 aprile, in libertà …

… pensieri fra il 24 e il 25 aprile, in libertà …

Un’altra testimonianza sul servizio a San Marcellino durante questi lunghi mesi. Ugo Brunoni, volontario al Crocicchio, ci racconta alcune sue riflessione in questo periodo di interruzione forzata de suo servizio.

Di solito a metà settembre, con la ripresa a pieno regime dei servizi di ospitalità, è il momento per programmare il calendario del servizio del nostro gruppo al Crocicchio, sino a luglio dell’anno successivo, prima della chiusura estiva per il periodo di vacanza a Rollieres.

Serve un po’ di tempo, per cercare di incastrare al meglio le esigenze di tutti e la necessità di distribuire, equamente, alcune serate ‘no’, come ad esempio il turno della domenica o particolari momenti dell’anno, a volte il Natale, altre la settimana del Capodanno o la Pasqua oppure il tempo dei ponti di primavera, fra il 25 aprile ed il 1 maggio.

Nel nostro gruppo, la serata di venerdì è ormai da qualche anno affidata a una coppia di ‘ferro’, collaudatissima e molto affidabile.

Però, quando sono arrivato a programmare il mese di aprile, vedendo che sabato, sarebbe stato il 25, festa della liberazione, ho ‘sfilato’ la serata della vigilia a Luca e Pietro e mi sono messo in turno.

Sarebbe stato bellissimo, ho pensato, condividere un momento speciale come il ricordo e la memoria della sconfitta del fascismo e della fine della guerra, insieme agli ospiti.

Mi era sembrata un’occasione per condividere riflessioni, analisi o storie, magari qualche ricordo famigliare.

Quindi, puntualmente, nel tardo pomeriggio di venerdì il calendario del cellulare, dove ho segnato il pro memoria di tutte le serate di servizio impegnate sino a luglio 2020, 15 minuti prima dell’inizio del turno, mi ha ricordato che alle 19,15 sarei dovuto arrivare, per tempo, in piazza bandiera.

Drin, drin ….

Dalla metà di marzo, per l’emergenza, il servizio dei volontari al Crocicchio è stato ‘sospeso’, la struttura è stata ripensata per accogliere, nel rispetto delle norme sanitarie, gli ospiti. Di notte rimangono a dormire solamente gli operatori di San Marcellino.

Sono saltati i nostri turni di marzo e di aprile.

La giornata ha così assunto sfumature diverse, da come avevo immaginato, a settembre.

La libertà è rimasta a fare da cornice alle riflessioni del sabato mattina, diventando il filo rosso che ha unito e accompagnato le preoccupazioni per gli ospiti, per come stanno vivendo questa situazione.

Il rammarico di non essere lì, insieme a loro, a condividere la colazione e, con il caffè e i biscotti, i pensieri e il programma per la giornata.

Mi mancano, tutti, mi manca il tempo con gli ospiti, le piccole discussioni, la tavolata con le carte, l’essere lì presente e, nel modo in cui l’esperienza di San Marcellino mi ha insegnato a riconoscere, il sentirsi parte, l’appartenere non al loro mondo insieme al mio mondo, ma ad un MONDO che è INSIEME, che è CON, unito grazie al legame che il servizio permette di costruire, intrecciare.

La relazione è avere cura, prendersi CURA, esperienza che è stata un percorso di crescita importante e oggi accompagna il mio quotidiano, arricchito dalla consapevolezza che accanto a me non c’è un terzo, estraneo, con bisogni materiali da soddisfare velocemente, ma un fratello e una sorella.



CENTRO DI ASCOLTO

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