09 Lug Come te stesso
Editoriale di di p. Nicola Gay s.i. – Amici di San Marcellino giugno 2018
E’ questo il tempo nel quale si presentano i risultati dell’anno 2017 ormai terminato. E anche noi desideriamo dar conto di quanto fatto con l’aiuto di tanti di voi che ci incoraggiate e aiutate, di tanti volontari e dei dipendenti, anche per ringraziare di cuore ciascuno per il proprio specifico contributo. Al di là dell’aspetto economico ci preme qui sottolineare la dimensione umana del nostro impegno. San Marcellino è un porto in cui cercano rifugio tante persone in un momento particolarmente difficile della propria vita, in cui si scoprono sole, senza prospettive e con bisogni anche immediati e a cui non riescono a far fronte. E la prima attenzione è proprio far percepire loro che noi ci siamo, che forse non sono così completamente sole, che condividendo almeno in parte la loro sofferenza e la loro fatica si può iniziare ad affrontare qualcuno dei bisogni più immediati per cominciare poi ad avere un minimo di prospettiva almeno a breve.
Ma questo non è facile, anzi. E’ necessaria una carica umana, una competenza, una struttura che possa fare come da cornice all’incontro e che dia il senso – e la realtà –, di un contesto che permetta alla persona che si trova in condizione di senza dimora di iniziare a percepire che c’è la possibilità, forse, di ri-avere uno posto anche piccolo in questo mondo. Sperimentare un incontro accogliente al Centro di Ascolto, lo spazio del Diurno con i suoi servizi, un luogo dove pregare assieme, un letto della pronta accoglienza, ecc. può portare ad avere una qualche nuova ed iniziale speranza. Quando questa speranza che promuove fiducia c’è, anche solo iniziale, si possono impostare passi ulteriori quali la possibilità di frequentare La Svolta; il passaggio alla accoglienza di secondo livello del Crocicchio dove sono risolte le necessità del letto, del mangiare, del prendersi cura di sé; l’eventuale inserimento nei laboratori di rieducazione la lavoro. Infine per le persone che procedono ulteriormente si prospettano le comunità dove a ciascuno è richiesto il contributo attivo nella vita di comunità, la capacità di relazionarsi e svolgere dei compiti, di gestire la cassa al fine di diventare in grado di abitare in un alloggio, di tenere una casa popolare.
Ma in questa vicinanza, in tale accompagnare le persone qualcosa di bello capita anche in noi, volontari e operatori. Anche noi cresciamo in fiducia proprio quando riconosciamo anche le nostre, oltre che le loro, fragilità e debolezze e gustiamo la bellezza delle relazioni vere in cui ci si incontra come si è, senza dover nasconderci qualcosa e in cui si cercano assieme le scelte che portano alla migliore soluzione per tutti delle difficoltà incontrate.
«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose Gesù: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso». [Mt. 22, 36-39]
Concludo per capire meglio il senso di quanto tutti assieme facciamo, con un salto, allargando molto lo sguardo dalla nostra realtà alla situazione del mondo prendendo una frase del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale appena uscito e intitolato “Oeconomicae e pecuniariae questiones” che al n. 6 dice: È in gioco l’autentico benessere della maggior parte degli uomini e delle donne del nostro pianeta, i quali rischiano di essere confinati in modo crescente sempre più ai margini, se non di essere «esclusi e scartati» dal progresso e dal benessere reale, mentre alcune minoranze sfruttano e riservano per sé soltanto ingenti risorse e ricchezze, indifferenti alla condizione dei più. É perciò giunta l’ora di dar seguito ad una ripresa di ciò che è autenticamente umano, di allargare gli orizzonti della mente e del cuore, per riconoscere con lealtà ciò che proviene dalle esigenze della verità e del bene, e senza di cui ogni sistema sociale, politico ed economico è destinato alla lunga al fallimento ed all’implosione. È sempre più chiaro che l’egoismo alla fine non paga e fa pagare a tutti un prezzo troppo alto; perciò, se vogliamo il bene reale per gli uomini, «il denaro deve servire e non governare!»
Scarica il numero completo di Amici di San Marcellino – giugno 2018