Rifugiati: ai confini dell’umanità

Rifugiati: ai confini dell’umanità

In questo 20 giugno 2019, giornata mondiale del rifugiato, vogliamo pubblicare a seguire il nucleo tematico proposto dal Centro Astalli.

A 30 anni dalla caduta muro di Berlino, l’Europa si trova nuovamente a interrogarsi sulla relazione tra frontiere e conflitto. Il 9 novembre 1989 cadeva uno dei simboli della «guerra fredda» e le ombre della minaccia nucleare parvero allontanarsi nel progetto dell’Europa casa comune, all’insegna dello slogan “unità nella diversità”. Oggi l’Europa è nuovamente percorsa da muri, per un totale di quasi mille chilometri, sei volte la lunghezza del muro di Berlino. Se non si conosce il numero esatto delle persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino ovest – alcune fonti ufficiali parlano di almeno 133 vittime, altre si spingono a più di duecento – si stima che siano più di 30mila le persone che dal 1990 hanno perso la vita, cercando di raggiungere l’Europa via mare o via terra. Il costo umano delle barriere, sempre più lunghe e numerose in un’Unione Europea nata per abbatterle, continua a essere alto.
“Coloro che costruiscono muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito”, ha commentato recentemente Papa Francesco. I muri apparentemente rispondono alle esigenze di una società sempre più impaurita e insicura, rafforzando il confine esterno per far fronte a possibili minacce e comunicando un’idea di sicurezza e inviolabilità del “nostro” territorio. In realtà, sottraendo spazio e occasione all’incontro e alla conoscenza, si moltiplicano le incomprensioni, gli attriti, i conflitti e la violenza. Soprattutto i muri impediscono di alzare lo sguardo, di vedere e di sentire cosa succede nel mondo. Non consentono di sognare insieme un futuro possibile, di immaginare una realtà di opportunità e di pace. Limitano la libertà di tutti, invitano a ripiegarsi in un atteggiamento di diffidenza e chiusura.
Celebrare la Giornata del Rifugiato per noi quest’anno significa soprattutto rendere omaggio alla ricchezza umana e alla complessità di ciascuna migrazione: quelle che hanno costruito attraverso i secoli la nostra storia di europei, quelle che ancora oggi intrecciano attraverso il mondo collegamenti e dialoghi che aprono nuove prospettive per un futuro di democrazia e di giustizia. Vogliamo ritrovare nelle nostre comunità lo spazio dell’ascolto e dell’accoglienza, fondamento di una casa comune in cui la diversità di ciascuno sia una risorsa per tutti.



CENTRO DI ASCOLTO

Piazza San Marcellino, 1 - 16124 Genova
T. +39.010.2465400
Aperto lun-mar e gio-ven, dalle 9 alle 12